La fine della stagione della scuola e l’inizio dell’estate ci fanno pensare che il tempo passa inesorabile e che i giorni corrono spediti trasformando ben presto il presente in un nostalgico ricordo. Ma vi è una dimensione del tempo che non diventa mai passato, quella che non si conta con i minuti ma con il battito del cuore. Dice il libro del Qoelet: “Dio ha posto nel loro cuore la durata dei tempi”. È bello e consolante sapere che l’orologio del cuore non conosce la parola fine, ma solo un eterno presente. Dobbiamo rileggere il tempo vissuto con la memoria del cuore, lì dove la durata affettiva dei tempi è più pregnante e densa della durata effettiva. Dio ponendo “nel cuore la durata dei tempi” ci permette di chiamare eternità tutto quello che viviamo con un cuore innamorato. Infatti ciò che si vive con il cuore non può essere facilmente archiviato nell’album dei ricordi.
Il segreto sta tutto nel vivere da innamorati quello che la vita ci dona, anche quando il male sembra prendere il sopravvento trasformando la nostra vita colorata in un quadro dai tratti scuri e oscuri. Solo chi vive da innamorato riesce a mettere in scacco il male… e il male dobbiamo metterlo in scacco!
Nei giorni scorsi così ha scritto in facebook un salesiano che opera in Siria: “Vi scrivo dalla città di Aleppo, che attualmente sanguina a causa dell’odio generato dalla mancanza di amore e di pietà… Vi scrivo mentre bombe e razzi di tutti i tipi piovono dal cielo… La morte viene seminata tra bambini e giovani, vecchi e anziani, uomini e donne… Siamo nelle mani del Signore”. Ho pensato: sebbene piovano bombe quei salesiani non scappano, stanno là in bilico tra la vita e la morte; hanno deciso di rimanere perché innamorati di quella gente e di quella terra, innamorati di volti smarriti e di speranze che non vogliono morire. Vivere così è dare significato e senso ad ogni istante della propria esistenza entrando in una dimensione del tempo che è come un grembo gravido di futuro. Bisogna avere un cuore buono e generoso per non scappare. Bisogna essere buoni per vivere così.
Il male fa male, ti ferisce e uccide, e proprio per questo non è una scelta che porta lontano. Il cuore buono è, invece, come quel seme che vuole germogliare nonostante tutto. Educare è insegnare a fare la scelta del bene, è intagliare cuori buoni, è fare del tempo il luogo in cui seminare bontà. Educare è lottare contro il male, ed è plasmare la coscienza affinché abbia un palato fine per ciò che è vero, buono e bello.
Una volta mio padre mi disse: “Devi essere buono perché solo chi è buono diventa grande”. Non so se sono buono e non so se sono grande, ma queste sono parole che l’orologio del cuore non abbandona allo scorrere del tempo e che valgono al di là delle stagioni. E ora io le consegno a te.
Direttore – Don Igino Biffi