Ci sono sguardi e sguardi. C’è lo sguardo triste di chi ha sofferto e quello curioso di un bimbo capace di inebriarsi per ogni piccola scoperta. C’è lo sguardo perso dell’uomo che vive per la strada e che non sa quale direzione prendere, e lo sguardo convinto di chi sa dire di sì ad ogni proposta della vita.
Ci sono sguardi cattivi, severi, guardinghi, paurosi, sorridenti, curiosi, stupiti, sfuggenti, amorevoli, colorati, intrepidi, prudenti, incantati, amabili, accoglienti, rancorosi, spenti, penetranti, coraggiosi, emozionati, increduli, addormentati, accesi. Lo sguardo è un biglietto da visita: saperlo leggere è uno dei doni da chiedere a Dio.
C’è lo sguardo della madre che osserva di nascosto il figlio in un intreccio di amore, gratitudine e paura per ciò che sarà. E lo sguardo del padre fiducioso, tenace e determinato che sembra dire: “Ora tocca a te cavalcare la vita”. C’è lo sguardo del giovane che vorrebbe partire con un biglietto di sola andata per liberarsi dalle catene del presente ma che al momento si limita a viaggiare con l’immaginazione. Alle volte lo sguardo è semplicemente abbassato, per vergogna o timidezza o paura. Dio ti vuol raggiungere proprio lì per non staccare mai più gli occhi suoi da tuoi.
C’è lo sguardo di don Bosco che ti segue ovunque perché sempre ti vuol custodire; il suo è un volto che vuol renderti amabile e che sogna per te quello che tu non osi neanche sperare. Lo sguardo di don Bosco ha salvato molti giovani perché il suo è un volto che ama fino alla temerarietà. Quello sguardo salverà anche te, se lo vuoi.
L’educazione vuole aiutare i giovani ad avere uno sguardo buono sull’altro, a saper cogliere in ogni persona e in ogni avvenimento quella bontà che salverà il mondo. L’azione educativa si compie quando accende sguardi colmi di passione capaci di ardere nei bracieri del quotidiano. Dobbiamo allenare lo sguardo dei giovani perché sappiano cogliere nella trama della storia la presenza e l’azione di Dio.
Il Natale è lo sguardo di Dio sul mondo, uno sguardo talmente amorevole e concreto da farsi carne. E nell’attesa il nostro sguardo sembra dire: “È nella terra che ti attendo… per farla diventare cielo già ora”. Siamo fatti per il cielo già ora!
In questo Natale auguro a tutti “Buoni sguardi”.
Buoni sguardi per cogliere nel volto di chi incontri quella speranza che sa andare oltre ogni fragilità. Buoni sguardi sia al mattino che alla sera, nei giorni di sole e in quelli di nebbia.
Buoni sguardi capaci di smantellare le maschere che oscurano il cuore e far riaffiorare la perla preziosa che vi abita. Buoni sguardi con tutti, con chi ami e con chi biasimi, e con coloro con cui il tuo sguardo è sdrucito a forza di amare.
Buoni sguardi con Dio, sia per quando ti sembra tangibile sia per i momenti in cui sembra essersi eclissato dalla tua esistenza lasciandoti nel deserto. Buoni sguardi ovvero scruta, osserva, sbircia, scandaglia, contempla gli interstizi della storia per cogliervi tutta la bontà e l’amore che vi abitano. Ne vale la pena.
Direttore – Don Igino Biffi