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Intervista a Federica Bertocchini, la scienziata italiana scopritrice del bruco mangia plastica
- 19 Dicembre 2017
- Posted by: Giovanni Cassina
- Category: Scuola Secondaria Science Center
Un trilione di borse di plastica che usiamo ogni anno, intasando le discariche e contribuendo all’aggregazione di isole di plastica in mezzo agli oceani, potrebbe avere vita breve: è stato scoperto un bruco capace di consumarla e trasformarla. Questa la scoperta della biologa italiana Federica Bertocchini a cui si sono rivolti i ragazzi della scuola secondaria di primo grado Bearzi di Udine all’interno di un progetto internazionale: la First Lego League – Hydro Dynamics, coordinato dal professor Calderini e che vede gli studenti impegnati nell’approfondire e proporre soluzioni innovative e tecnologiche legate al tema dell’inquinamento dell’acqua.
Nicolò – Com’è avvenuta la scoperta?
La scoperta è avvenuta per caso, mettendo i bruchi in una busta di plastica mi sono accorta che questi divoravano un materiale che in natura si smaltisce in 400 anni. Così mi sono messa in contatto con Paolo Bombelli e Cristopher Howe del’Università britannica di Cambrige e insieme abbiamo programmato una serie di esperimenti.
Nicolò- Come riesce il bruco a mangiare la plastica?
Sono animali che si cibano della cera d’api che contiene un legame idrogeno analogo a quello della struttura molecolare del polietilene. Quindi, dal punto di vista evolutivo, ha senso che il bruco riesca a nutrirsi di plastica.
Ludovico – Quali i prossimi passi di questo progetto?
Per ora con i nostri esperimenti abbiamo capito che la degradazione non avviene solo per un azione meccanica ma anche per un processo chimico. Da un’analisi più approfondita si potrà scoprire l’enzima o il batterio antiplastica nascosto nel sistema digestivo della larva.
Ludovico – Quali le applicazioni concrete della scoperta?
C’è molto interesse da parte delle industrie, ma i tempi della ricerca sono lunghi. Per realizzare una discarica ecosostenibile stiamo cercando di individuare l’agente che degrada la plastica estratto dalla larva.
Marta – Quali le maggiori difficoltà?
Nonostante il grande interesse mondiale che hanno fatto uscire articoli anche in America e comparire la scoperta su wikipedia il finanziamento del progetto non è facile.
Alessandro – Quali le giuste strategie per un progetto vincente?
La passione, la determinazione e l’amore per la conoscenza sono i giusti ingredienti per il successo nella vita e il vero motore che permette di superare anche i più grossi ostacoli.
«Ancora un grosso ringraziamento ad una persona che speriamo di ritrovare in futuro nei libri di storia e che, per noi, già oggi è stata un esempio di umiltà e forza di volontà», conclude il professore Daniele Bertossio, che si sta occupando del progetto con l’Istituto. L’appuntamento per tutti adesso sarà il 3 e 4 febbraio presso Istituto Salesiano Bearzi, quando si disputerà la semifinale per il nord-est Italia della gara internazionale di robotica First Lego League: si tratta di costruire e programmare un robot e farlo interagire con delle situazioni ipotetiche che vengono ricreate su un campo di gara. Oltre a questo, le varie squadre che partecipano dovranno produrre una relazione scientifica che trovi e progetti soluzioni tecnologiche in risposta ad un concreto caso di gestione e uso dell’acqua.