Da più di 20 anni oramai il Settore della Formazione Continua al Bearzi contribuisce alla realizzazione degli obiettivi specifici richiesti dal Piano delle Politiche attive della Regione Friuli Venezia Giulia quali l’accesso alla formazione permanente lungo l’arco della vita, con finalità di formazione, aggiornamento e orientamento.
Attraverso le attività corsuali proposte, che negli anni hanno seguito l’evoluzione delle richieste provenienti dal mercato del lavoro, i cambiamenti sociali e particolarmente sensibili al tema della sicurezza, a dicembre dello scorso anno abbiamo attivato il primo percorso di qualifica professionale in TECNICO DELLA SICUREZZA E SALUTE SUL LAVORO della durata di 500 ore delle quali 180 in stage.
Abbiamo articolato il corso proponendo una didattica ricca e diversificata finalizzata non solo a formare, ma anche a promuovere l’educazione alla sicurezza come bene di tutti.
Per questo motivo, oltre alle certificazioni in ambito Primo soccorso, antincendio rischio elevato e utilizzo del BLSD, gli allievi stanno frequentando la formazione finalizzata a formarsi come Responsabili del Servizio di prevenzione e protezione (RSSPP).
A completamento delle competenze estremante tecniche richieste dalla figura professionale, abbiamo esplorato quelle più trasversali come la capacità di problem solving, la gestione delle emergenze nel sistema delle relazioni e della comunicazione.
Oltre al team di docenti esperti nel settore, abbiamo avuto il piacere di ospitare il Sig. Querini Paolo che ha condiviso con noi l’importanza dell’atteggiamento culturale di promozione della sicurezza lasciandoci la sua preziosa testimonianza:
Con molto piacere ho aderito all’invito della Tutor Elisabetta Pezzetta di partecipare ad un modulo formativo del primo corso indetto dall’Ufficio Formazione Superiore della Fondazione Salesiani presso il CFP Bearzi.
Ho apprezzato l’iniziativa che ha visto l’adesione di un gruppo significativo di studenti che sin dal momento presentazione hanno manifestato una notevole apertura al confronto e all’apprendimento e ciò mi ha consentito di trasmettere una serie di elementi chiave per caratterizzare l’approccio tra lo studio della normativa e l’applicazione pratica della stessa nei diversi contesti del mondo del lavoro.
A distanza di pochi giorni dal gravissimo infortunio plurimo occorso nel cantiere Esselunga di Firenze ed a pochi mesi di distanza da un altrettanto gravissimo accadimento occorso il 30.8.2023 presso la stazione di Brandizzo, senza entrare nel merito delle indagini in corso da parte della magistratura, è apparso agevole analizzare il contesto di tali fatti sulla base delle sole informazioni apparse sui media, comprendendo che ogni evento non è il risultato di mera sfortuna (in-fortunato) e neppure di fatalità, di sole violazioni antinfortunistiche, di errori tecnici oppure organizzativi, senza escludere l’errore umano, ma sono tutti riconducibili ad una insufficiente o inadeguata «cultura organizzativa del lavoro». Evidentemente anche il «lavoro» inteso come prestazione lavorativa, ha assunto negli ultimi anni una complessità rapidissima ed in continua evoluzione ove la normativa spesso non appare così pregnante e specifica come nei desiderata dei datori di lavoro – garanti della sicurezza e della salute dei lavoratori.
Ho analizzato l’andamento degli infortuni sul lavoro negli altri Paesi della comunità europea rilevando che la situazione italiana è pressoché sovrapponibile a quanto sta
accadendo nei Paesi più industrializzati: questo, evidentemente, ci deve stimolare ad
agire con nuove energie e nuove attività che abbiano un maggiore impatto sia sotto il
profilo organizzativo del lavoro, sia sotto il profilo operativo. Ci siamo soffermati durante il modulo formativo sugli aspetti comportamentali del personale con tutto ciò che costituisce il contesto lavorativo ed extralavorativo di ciascun lavoratore. Abbiamo analizzato quanto sia importante che il lavoratore abbia la piena consapevolezza, ovvero la competenza e la capacità, per riconoscere il rischio. Infatti se si vogliono evitare i rischi è necessario innanzitutto riconoscerli.
Di rilievo, durante l’incontro con i futuri tecnici della prevenzione, é stato anche il riesame di diversi articoli del D. Lgs. 81/2008 che da soli elencano gli adempimenti essenziali ai fini della compliance di legge: l’art 30 che tra l’altro introduce il presidio del «sistema di gestione della sicurezza» e l’art 15 che partendo dall’obbligo della valutazione dei rischi, procede con tutti gli altri adempimenti essenziali ai fini della sicurezza e della salute dei lavoratori.Il riesame dell’art 20 – Obblighi dei lavoratori ci ha consentito di osservare che declarando il ruolo del lavoratore pone in capo a ciascuno di essi «l’obbligo di prendersi cura della propria e dell’altrui sicurezza e salute…». Da questo obbligo, dopo un sinistro, quale considerazione può conseguire? È possibile che l’infortunato o qualche collega non abbia adottato efficaci misure di sicurezza ottemperando al precetto del «prendersi cura»? Non vorrei essere frainteso, ma se ciò in qualche caso fosse vero, occorre interrogarci in merito alla efficacia che ci si attende dall’attuazione degli obblighi di informazione, di formazione e di addestramento che l’art 37 caratterizza con due aggettivi qualitativi di «sufficienza e di adeguatezza».
Ci troviamo in un Centro di Formazione Professionale e questa è la sede migliore per
acquisire le «istruzioni» necessarie per poter poi comprendere pienamente ed applicare sul lavoro l’informazione, la formazione e l’addestramento in materia di sicurezza e salute sul lavoro.
Con il dispiacere che nasce da un impegno professionale che mi impegna in questa
materia da oltre 50 anni, devo constatare che la sicurezza si basa sulla cultura
organizzativa dell’azienda fondata sull’etica e sulla conoscenza. Una buona istruzione
riduce la vulnerabilità delle imprese, migliora la performance aziendale, agevola le scelte sull’impiego delle tecnologie e l’introduzione di innovazioni combinate, di
prodotto/processo e, contemporaneamente, organizzative e di marketing. In queste
aziende la sicurezza sul lavoro costituisce parte strategica essenziale. (*)
L’incontro formativo è stato molto gratificante per l’attiva partecipazione degli «studenti» per cui il saluto è stato occasione per augurare ai futuri «tecnici della sicurezza» un’attività caratterizzata da costante impegno, attenta osservazione del contesto, studio puntuale per acquisire le conoscenze indispensabili per poter rispondere alle innumerevoli necessità del lavoro.
Il tutto con entusiasmo e tanta voglia di imparare. Auguri.
Paolo Querini
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(*) Fonte ISTAT
Presto i nostri allievi saranno impegnati presso aziende e studi del territorio per proseguire l’esperienza in stage e in seguito si prepareranno per gli esami finali di qualifica.
Alcuni hanno voluto raccontarci l’esperienza formativa e umana che stanno attraversando:
“Coriandoli e Registi…”
Esistono persone che hanno studiato tanto ma ne vogliono ancora, perché il faro che hanno dentro e che le guida è più forte del sacrificio.
Individui che vogliono qualificarsi per una professione o riqualificarsi nel mondo del lavoro.
Genti che desiderano approfondire conoscenze pregresse.
Singoli che devono consolidare il proprio know-how per poterlo spendere al meglio, o certificarsi per poter finalmente cambiar vita lavorativa, o ancora che hanno subìto infortuni sul lavoro ed oggi studiano per far sì che tali eventi, non si ripetano su altri.
Immaginiamo questi individui come fossero coriandoli, ciascuno col proprio colore e vissuto: mischiamoli a fondo e mettiamoli sui banchi di scuola, poi chiudiamo la porta.
Eccoci qua, in un attimo da docenti si diventa discenti, da mamma si torna bambina, da lavoratore con esperienza si passa al ruolo di stagista.
L’aula si colora e diventa un microcosmo di conoscenza, di scambio di informazioni. I docenti diluiscono la lezione frontale con esempi pratici, a loro volta imparano dagli studenti, l’obiettivo comune si consolida e si fa tangibile. La sala delle lezioni diventa una sala d’orchestra, o meglio, un’opera teatrale, con figuranti e attori.
In questo “piccolo mondo ideale” non si prendono solo appunti o si apprendono norme cogenti sulla Sicurezza nel lavoro, ma si fondono conoscenze ed esperienze. Si cresce, tutti insieme.
“Piccolo mondo ideale” non desidera far trasparire l’idillio o l’esaltazione della parola in sé, fra questi coriandoli ci sono anche dei simpatici zucconi (io per primo!) e talvolta una battuta finisce in caciara. Fortunatamente, è anche così. Questo virgolettato intende dare l’impressione del tempo speso bene, in una cerchia ristretta.
Durante le ore del corso, l’impressione comune è quella di scordarsi degli impegni di ogni giorno, del meteo là fuori, dell’Inter o del Milan, delle bollette, della ricetta del medico, della politica, del titolare o della suocera! È un po’ come evadere dalla vita di ogni giorno per qualche ora e lo si fa per abbeverare la propria sete di conoscenza; è un po’ come prendersi del tempo, prendersi cura si sé: in questo caso è bello essere un po’ “egoisti”, anche se “l’obiettivo finale” è certamente lodevole.La scuola è un Istituzione, non dimentichiamolo mai: ha regole da rispettare e sono state ben definite fin dalla prima lezione, ma i coriandoli che compaiono nelle aule hanno onestà intellettuale, conoscono il senso del rispetto e si aiutano.
Condividono, soprattutto. In questo piccolo mondo parallelo, i docenti sanno il fatto loro, hanno esperienza da vendere, sono tutti attori co-protagonisti che svolgono ruoli principali nell’Opera d’informazione.
Volutamente lasciata per ultima per aumentare il climax, è la Tutor: il coriandolo più “serio” ma dai colori sgargianti, la sua cromia è il legante di tutto, il punto di riferimento, l’attrice che fa l’assolo. Ciò che la contraddistingue è il suo modo di comunicare in maniera orizzontale- quindi meno formale, ma lo è ancor di più il suo fattore umano. Ascolta, comprende, ti viene incontro, ti aiuta, ti apre la mente.Sulla mia testa inizia a crescere qualche capello bianco e credo che l’età che dimostro non sia solo un numero su un pezzo di carta, la vita l’ho vissuta intensamente, con momenti spesso “più bassi che alti”, e lo è ancora oggi, nella
situazione di studente-lavoratore: se devo dare un consiglio a chi, come noi, intende iscriversi a un corso di formazione così intenso e prolungato nel tempo, si guardi allo specchio e scruti nell’intimo della sua motivazione: non si torna indietro e non è una passeggiata!
Se qualcuno dovesse chiederci: “C’è da studiare?”, la risposta è: “Si, molto. Moltissimo”. Dopo il corso si continuerà a studiare, ancora e ancora. Il mondo della
Sicurezza e Salute sul lavoro è in continua evoluzione: non è solo burocrazia o certificazioni, prevenzione e protezione: tutti gli attori, protagonisti e non del mondo del lavoro, hanno il diritto e il dovere di conservare la propria e altrui salute,
e noi, in questo film, saremo i registi. Siamo ormai giunti a metà del nostro tragitto formativo e, come nella vita, ciascuno di noi è anche il frutto delle persone che incontra nel proprio cammino. Non ho dubbi che, una volta terminato questo viaggio, sarò una persona migliore e, spero, un bravo regista (degno di questo sostantivo).Allievo Giorgio Mazzolari
Un tuffo nel passato e uno sguardo al futuro.
Per attività diverse ho avuto l’opportunità di frequentare il Bearzi da bambino, ragazzo ed ora da adulto.
Il corso che sto frequentando ha man mano aumentato il mio interesse per l’argomento oggetto di studio.
Sono più consapevole delle difficoltà che tutti incontrano nella realtà lavorativa: “finchè va bene la scampi”. I dati negativi rilevano incidenti invalidanti e/o mortali, una difficoltà di reperimento di personale, ecc. Alcuni mestieri oggi sono poco appetibili (da “chi se lo può permettere”) perchè mal remunerati o ritenuti troppo pericolosi. Ho scelto di fare questo corso perchè molto interessato all’argomento e volevo approfondire le mie conoscenze per conseguire una professionalità adeguata al ruolo. Con esperienza e aggiornamento vorrei dare un apporto sempre migliore al “mondo del lavoro”: dimensione e manifestazione essenziale della nostra società (art. 1 Costituzione).
In base alla mia esperienza dico che il Bearzi è una realtà collegata alle persone e al territorio visto che è sempre riuscita ad attirarmi. Mi accompagna con cura durante il percorso, rendendomi fiero di partecipare. Lo spirito che anima le attività pone le basi per legami interpersonali significativi e con buone prospettive.Allievo Vescovo Federico