Comunità Proposta

A qualche anima che Dio volle favorire in modo singolare, manifestò per via straordinaria lo stato a cui la chiamava. Tu non pretendere tanto; ma consolati colla sicurezza che il Signore ti dirigerà sul retto cammino nei modi consueti alla sua provvidenza, purché tu non trascuri i mezzi opportuni per una prudente determinazione.

da “Il giovane provveduto…” – San Giovanni Bosco

Stare con don Bosco è un modo di esprimersi che per noi salesiani, rivela un mondo di affetti e di esperienze. Si può comprendere immediatamente che per i primi giovani vivere con lui, mangiare alla sua mensa, pregare insieme con lui, dormire in casa sua, lavorare come lui lavorava sono state occasioni di maturazione, in cui il legame con don Bosco è divenuto decisivo fino alle scelte più importanti.

L’Ispettoria salesiana offre l’ambiente e le condizioni adatte per conoscere la propria vocazione e maturare come uomo e come cristiano. Tale esperienza […] mira a far conoscere la vocazione consacrata salesiana, a favorire la conoscenza di sé e della volontà di Dio, a operare il discernimento vocazionale e viene condotta nelle forme e nei tempi più confacenti alla situazione.

Obiettivo

Proprio in questo solco e con queste intenzioni, in una zona dedicata all’interno della Casa Salesiana Bearzi di Udine, è nata e si è consolidata negli anni l’esperienza della Comunità Proposta, finalizzata appunto ad aiutare i giovani che vi prendono parte, innanzitutto a maturare nella vita umana e cristiana e, a partire da questo e tramite questo, ad accompagnarli in un discernimento che consenta loro di comprendere qual è il desiderio di Dio per la loro vita.

Come?

La maturazione umana e cristiana avviene privilegiando alcuni aspetti che divengono obiettivi specifici da perseguire:

  1. La scoperta e accettazione del reale primato di Dio e della sua logica evangelica nella vita del cristiano e nella vicenda vocazionale;
  2. La consapevolezza dei doni ricevuti nella propria storia che si esprime sia nel quotidiano atteggiamento di gratitudine e di abbandono fiducioso nei confronti di Dio e degli uomini, sia nell’esperienza del dono come dinamica del discernimento vocazionale;
  3. L’accoglienza della vita comunitaria come occasione di conoscenza di sé e degli altri, di gioiosa condivisione, di servizio e di discernimento;
  4. L’esperienza del quotidiano come reale luogo teologico in cui verificare la propria disponibilità al Signore;
  5. La sperimentazione del carisma salesiano e della missione apostolica come occasione di vicinanza a Dio e agli uomini;
  6. La serena accettazione di nuovi equilibri familiari.